La parola scritta ha un sapore tutto suo: intervista a Gian Carlo Fantò

La parola scritta ha un sapore tutto suo: intervista a Gian Carlo Fantò

Gian Carlo FantòLa prima parola di un bambino, la parola detta al momento giusto, quella che continua a risuonare nella testa come il ritornello di una canzone: la parola fa la differenza.

Quanto poi quella parola è scritta, fresca di tipografia, e sulla copertina è stampato il tuo nome… Be’, l’emozione che regala è fortissima. E il suo sapore è composito, più ricercato di una ricetta stellata e più corposo di un vino raro: è caldo di esperienze, vita e pensieri, speziato come i viaggi che hai affrontato e allo stesso tempo fresco, perché ha ancora molto da raccontare.

Noi siamo editori, un po’ dietro le quinte e un po’ in platea a goderci lo spettacolo, ma credeteci, quella sensazione invade anche noi.

Ogni volta che un nuovo titolo spicca il volo, con le sue ali cariche di parole e speranze, un pezzo di noi parte assieme e a lui. E un pezzo resta qui, per accoglierlo e ascoltare le sue avventure.

Oggi, 16 settembre, diamo ufficialmente il benvenuto a Il colpo di tacco, l’esordio letterario di Gian Carlo Fantò, un itinerario tra passato e futuro, verso destinazioni nostrane, esotiche o fascinosamente mentali, una prova narrativa sfolgorante di amore e di energia.

Un percorso intriso di amicizie e sensazioni, di destini destinati a toccarsi, di note (che potrete ascoltare inquadrando il QR code nelle ultime pagine del libro!) e molto altro… da scoprire in libreria!

E adesso la parola (appunto!) all’autore!

 

Intervista a Gian Carlo Fantò

Raccontaci chi sei in tre parole (è la nostra domanda di rito!)
Sono uno che vive un po’ da un’altra parte, dicono. Però “da quell’altra parte” ci sono le cose che mi piacciono ed emozionano, e così, quando mi sono trovato a dover decidere che fare di me, ho capito che se volevo darmi un senso non potevo cambiare parte; è andata. E poi sono fortunato, sono riuscito a trasformare le mie passioni in lavoro.

La radio, il teatro, non ti sei fatto mancare nemmeno il cinema, adesso il tuo primo romanzo: esiste un filo rosso tra le tue passioni?
La parola, che amo in tutte le sue forme e che ricorre in tutto quello che faccio. Quella scritta però ha un sapore tutto suo, ho cominciato ad “annusarla” con i testi pubblicitari (i primi li scrivevo su tovaglioli di carta, nei bar), poi sono passato alla drammaturgia e, dopo una decina di commedie, eccomi qui, dentro a un sogno.

Com’è nato Matteo, voce narrante e protagonista de Il colpo di tacco?
Matteo è il cantante che non sarò mai, è quello che un po’ sono stato e un po’ avrei voluto essere. Le sue insicurezze sono le mie, ma lo sono anche molte delle sue felicità. Matteo è evidentemente romanzato, ma è il risultato di quello che ho vissuto, in un modo o nell’altro.

I tuoi personaggi hanno un passato denso di esperienze, di incontri e di viaggi e un presente ancora tutto da scoprire e da vivere… Dove li immagini tra dieci anni? Alle prese con quali avventure?
Hanno un passato intenso, questo è vero, e non è stato facile farci i conti (sorrido), ma alla fine sono contenti di com’è andata, secondo me; sono vite vissute, le loro, hanno sapore. I viaggi? Sai, i viaggi, per come li intendo io, sono soprattutto le persone che incontri. E credo che tutti dovrebbero viaggiare, soprattutto tra i venti e i trent’anni, quello è il decennio perfetto per aprire la mente. Dove li immagino tra un paio di lustri? C’è una panchina a Torino, è in Gran Madre, proprio in faccia ad Hunky Dory. Io me li vedo lì, tra un paio di birre e le chitarre. Sono alle prese con una struggente versione di So far away, è musica buona quella, colora il cielo. E, se guardi bene, uno di loro ha una bombetta in testa.

A chi consiglieresti il tuo libro?
A tutti, che domanda!

 

Partite in tour assieme a noi?

Il romanzo verrà presentato al locale L’Equilibrista di Torino (piazza Cavour, 2/A) sabato 18 e venerdì 24 settembre alle ore 19 (aperitivo + incontro con l’autore, eventi su prenotazione con posti limitati).

Parleremo di scrittura e di sogni, bevendo, mangiando e leggendo bene in ottima compagnia!

 

Grazie a Gian Carlo Fantò per far parte della “ciurma” di Buendia e a chi ci segue!

Buone letture… e buon ascolto!

La parola scritta ha un sapore tutto suo: intervista a Gian Carlo Fantò
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