4 nuove Fiaschette X 1 sogno: le storie viaggiano su ali di farfalla!

4 nuove Fiaschette X 1 sogno: le storie viaggiano su ali di farfalla!

Cari amici, rieccoci qui sul nostro blog!

E non potevamo scegliere una data migliore di questa: oggi, 19 novembre 2018, diamo il benvenuto alla Barrique Finché morte non ci separi di Andrea Castaldi (che prossimamente sarà “interrogato” sulle nostre pagine, in un’intervista tutta per lui!) e a quattro nuove Fiaschette.

Come abbiamo detto e scritto tante volte, ogni storia è un viaggio e un progetto: la nascita dell’idea, la scelta del manoscritto, il confronto tra autore ed editore (per arrivare poi ai lettori!), la scelta del formato, della copertina, degli eventi… Ogni passaggio è fondamentale, unico e indimenticabile, un continuo e avvincente percorso di crescita, un’avventura senza confini (e senza orari!) per consentire ai nostri titoli di andare per il mondo, di raccontarsi e di ricevere tutta la luce e lo spazio che meritano.

Crediamo profondamente in ciascuno dei nostri “nipotini” e desideriamo che il messaggio, la nostra filosofia, arrivino forte e chiaro, con l’energia, l’entusiasmo e il carattere che li contraddistingue.

Per questo desideriamo che siano le opere e gli autori a parlare per primi: chi conosce il segreto, il significato più profondo di quelle pagine, se non loro stessi?

Per cui eccoci qui, pronti per una nuova intervista, questa volta di gruppo: quattro racconti (o mini-romanzi) unici, ciascuno con il proprio sapore, ma accomunati da un triplo filo rosso: la qualità, i riconoscimenti già ricevuti e la potenza!

4 Fiaschette X 1 sogno

 

 

Pronti? Partiamo sulle ali dorate della creatività!

Ero Yanez di Domenico Della Piana – racconto vincitore del I Concorso Letterario “Barbera… da Leggere” – Letteratura per Ragazzi nell’ambito della rassegna “La Barbera Incontra

Domenico, tuo protagonista è Yanez, tu in quale personaggio salgariano ti immedesimi di più e perché?
Devo confessare che da ragazzo non amavo molto Salgari, ho rimediato da adulto. Diciamo che a parte Tex, io preferivo Verne e adoravo il Capitano Nemo. Tra i miei scrittori, dovrei dire di formazione, c’è senza dubbio Dumas: tra i moschettieri mi piaceva Athos. Dopo aver riletto Salgari, ti dirò che forse il personaggio in cui vorrei riconoscermi di più è Carmaux, perché pronuncia la frase più tragica e bella di tutto il romanzo, epica pura: “Guarda, il Corsaro Nero piange”.

 

Tutti i colori di Byron di Manuela Chiarottino – racconto vincitore del I Concorso Letterario “Barbera… da Leggere” – Narrativa nell’ambito della rassegna “La Barbera Incontra”

Manuela, Tutti i colori di Byron è la storia di tanti confronti: tra coetanei, tra nonno e nipote, tra ieri e oggi, tra colori e grigiore… Opposti inconciliabili o che si armonizzano?
I confronti sono stati fatti proprio per testimoniare una comunanza a volte sfuggente. Il nonno di Byron ha combattuto per un principio di libertà nazionale e personale che è irrinunciabile per ogni essere umano e Byron a suo modo combatte ogni giorno per la libertà di essere se stesso, contro i pregiudizi. Chi crede davvero nella libertà personale e nel rispetto non può pensare di negare o limitare un individuo nell’amore o soltanto nella manifestazione della propria personalità. Bisogna educare i ragazzi a tutto ciò, far capire che ci sono cose che ci accomunano tutti come cose che ci differenziano, ma sono le diversità a renderci unici. Non dovrebbero mai allontanarci o essere fonte di discriminazione. Credo che così come si insegnano a scuola i fatti che ricordano le vicende del nonno di Byron, storie dei partigiani e della guerra, così si dovrebbe insegnare cosa significa adesso proteggere la libertà raggiunta.
La Torino grigia e sotto le macerie di un tempo si è trasformata in una città colorata e aperta, Il nonno di Byron e suo nipote sanno il valore della libertà e del rispetto, Byron scoprirà forse un nuovo sentimento nel cuore, Il messaggio del racconto è assolutamente di speranza, perché non ci sia più un ragazzo di cui si scopre il dolore solo dopo una triste notizia sul giornale.

 

Nel cerchio di Coccinella di Gabriella Mancini (con le illustrazioni di Roberta Barberis) – racconto finalista del I Concorso Letterario “Barbera… da Leggere” – Narrativa nell’ambito della rassegna “La Barbera Incontra”

Gabriella, quanto c’è della tua Coccinella in carne, ossa e vibrisse nella Coccinella letteraria?
Ciò che unisce la Coccinella di carta a quella in carne e ossa è un grande anelito di avventura e libertà. Entrambe hanno occhi verdi con cui osservano il mondo e i suoi abitanti, li studiano e li scelgono. La Coccinella d’inchiostro ha, però, un alone magico e poetico che la circonda. Il rapporto tra lei e il piccolo amico uomo, così dolce e intimo, la convince a non cercare altro. La mia vera Coccinella è e rimarrà, invece, un’inguaribile fuggitiva…

 

L’odore di Amal Bouchareb – adattato in italiano dalla sua stessa autrice, è il racconto vincitore del Festival International de la Littérature et livre de jeunesse (FELIV) 2008 ad Algeri

Amal, tu hai tradotto e adattato il tuo racconto per il pubblico italiano: quanto influiscono i lettori sul lavoro di uno scrittore e traduttore di se stesso?
Infatti, il mio lettore ideale non si definisce con una nazionalità. Di fronte a un libro l’egocentricità, di qualsiasi genere, dovrebbe naturalmente sparire, per permetterci di fondere nell’altro che diventerà subito un io. Personalmente quando scrivo penso alle anime curiose che aspirano ad assimilarsi con tutta la diversità  dell’universo e non ai lettori-turisti che cercano la stravaganza nelle altre culture. Quando scrivo ho in mente un lettore del mondo. Un libro che gioca sul sottolineare i clivaggi, e nel marcare più frontiere tra i popoli, non sarebbe un vero libro di letteratura, ma farebbe parte dei circhi letterari montati per divertire la gente “di qui” che non è abituata a vedere creature esotiche “di là”. Nei miei libri invece l’al di là è qui. L’esotico non esiste, c’è solo l’umano. In tal modo, un lettore algerino o italiano per me sono assolutamente uguali.
Da traduttrice la mia prima preoccupazione era di rimanere fedele a questo spirito. Tradurre e non interpretare era il mio scopo principale, che corrisponderebbe nel mio modo di scrivere all’esteriorizzare e non esplicitare. Con i miei lettori arabi non mi comporto da un’inculcatrice di sensazioni, e come traduttrice non volevo che il lettore si sentisse come turista nel testo e io la guida che troverebbe in ogni angolo per spiegargli le allusioni alla storia post colonialista dell’Algeria e le sue sfide socio-economiche ai giorni d’oggi. Il lettore Italiano secondo me si identificherà facilmente in un racconto che rispetta il suo istinto naturale ad avvisare i tormenti degli altri popoli, senza sforzo pedagogico; e di sciogliersi nella dimensione umana del racconto senza nessun impegno transculturale.

 

Buon viaggio alle nostre Fiaschette, grazie ai nostri autori per le loro parole e…
buona lettura a tutti voi!

4 nuove Fiaschette X 1 sogno: le storie viaggiano su ali di farfalla!